Mi riprendo un risotto da valle...da quelle zone un tempo paludose, poi diventate fertili piane bonificate, dove si sono allargate le colture delle zone circostanti...parlo delle zone di bassa pianura tra mantovano, ferrarese, bolognese e modenese, dove appunto c' è ancora memoria del riso e del suo consumo frequente. Esistono ancora valli a risaia, di cui ricordo il Rolo, della zona della Bassa Reggiana.
Maiale, lambrusco, burro, formaggio, alimenti tipici della zona padana circoscritta a queste province...e io ripristino una ricetta che comprende questi prodotti, semplicemente utilizzandoli alla buona, per mantenere la caratteristica rustica e saporita di un risotto sui generis.
350 g riso Carnaroli o Arborio
1 cipolletta rossa
300 g salsiccia fresca in matassa (tipo Modena)
400 ml lambrusco o due bicchieri (di Uva d'Oro o Salamino, proprio delle zone piane)
3 cucchiai di burro (io metto olio...ma non fa testo!)
1 cucchiaio di aghi di rosmarino tritatissimi
700 ml acqua bollente leggermente salata
1 cucchiaio burro per mantecatura ( a piacere abbondare o meno!)
50 g di parmigiano grattato fine
40-50 g parmigiano a scaglie.
Stufare la cipolletta tritata finissima nel burro ( o olio), finché non è trasparente, aggiungere la salsiccia ben sbriciolata, rosolarla per una decina di minuti, aggiungere ora il riso e tostarlo leggermente.
Mettere il rosmarino e versare tutto in una volta il lambrusco, lasciare insaporire il riso , ma non farlo evaporare.
Aggiungere anche l'acqua bollente e coprire.
Non si dovrebbe rimestare, ma controllare va bene, in 18 minuti circa si giunge alla cottura.
Mantecare con il cucchiaio di burro e il formaggio, mescolare.
Sul risotto nel piatto individuale spargere le scaglie di parmigiano!
Annotazione:
Lambrusco di produzione di famiglia, Uva d'Oro e salamino di Santa Croce-
