



E’ una ricetta di rosticceria tipica di Messina.La mamma Pina, mia suocera, la faceva, ma partendo dalla pasta di pane comprata già pronta che reimpastava con 2-3 cucchiai di olio, oppure con un po’ di strutto.Non avendo quindi una ricetta precisa e volendo cercare di riprodurla…sono andata a leggere su vari libri come fare l’impasto delle focacce…ho avuto consulti telefonici con mio cognato, anche lui appassionato “conservatore” delle ricette di famiglia…poi ho letto sul libro “Cucina di Sicilia” di Paola Andolina, ed Flaccovio, la ricetta dello sfincione palermitano, che, nei miei ricordi, aveva una pasta soffice e nello stesso tempo croccante almeno sui bordi, simile alla focaccia di Messina.Però, nella ricetta metteva 20 gr. di lievito di birra per 500 gr. di farina…allora, memore di tanti consigli dati da voi esperti sulle dosi di lievito, partendo da quella letta, ho fatto a modo mio..ho usato:
250 gr di farina 00
250 gr. di farina di semola
50 gr di strutto
10 gr di lievito di birra
sale, 1 cucchiaino
zucchero, mezzo cucchiaio da minestra (iniziativa mia)
acqua tiepida 300 cc (forse un poco di più)
Ora non chiedetemi perché ho usato anche la farina di semola, perché non lo so…forse perché nel pane del sud si adopera….
Molto perplessa a dire il vero, ho mescolato le due farine, ho sciolto il lievito in poca acqua e nella farina messa a fontana, ho aggiunto il lievito, lo strutto, il sale e lo zucchero.Ho impastato aggiungendo l’acqua tiepida, fino ad ottenere un impasto morbido…in realtà ho aggiunto qualche spruzzata di farina, dato che mi sembrava troppo appiccicoso.Alla fine ho messo l’impasto in una ciotola della tupperware, l’ho chiusa col suo coperchio e l’ho messo a lievitare nel forno spento, ma con la luce accesa.Dopo due ore e mezza circa, non ho resistito e sono andata a vedere se l’impasto cresceva:l’impasto lievitava e aveva fatto saltare via il coperchio del contenitore…






Dopo un’ora non ne potevo più…l’impasto era ben cresciuto e sono passata al condimento, che in pratica è quello dei pidoni messinesi che ho messo qualche giorno fa…e cioè.
Scarola lavata e asciugata BENE, condita con sale e pochissimo olio evo
Caciocavallo a dadini (potete usare anche l’auricchio piccante)
Acciughe sotto sale dissalate
Pomodorini a fette
Sulla pasta nella teglia mettete pezzetti di acciuga, facendo delle fossette, ricoprite il tutto con i dadini di caciocavallo o di auricchio;mettete sopra la scarola e quindi le fettine di pomodorini.Cospargete con altro sale, pepe e olio evo.Mettete in forno a 200 gradi per 35-40 minuti.
Commenti e autocritica:
La pasta era praticamente venuta come volevo, cioè alta e soffice.Aveva fatto una bella crosticina inferiore e sui bordi, ma la prossima volta cuocerò 5 minuti di meno.
L’errore mio fondamentale è stato quello di usare il mio ultimo pezzo di caciocavallo che era ormai alquanto stagionato e che non si è squagliato come avrebbe dovuto, in cottura:la prossima volta userò un auricchio semipiccante non stagionato e forse farò una contaminazione con le Marche mettendo anche dei dadini di casciotta di Urbino.
Sempre la prossima volta metterò un maggiore quantitativo di acciughe e di scarola!
Comunque, nonostante tutto il sapore e la consistenza erano buonissimi e per essere stata la prima focaccia della mia vita, sono soddisfatta!
P.S. Ho letto della focaccia della Sandra e mi è venuto da ridere per la similitudine delle disavventure con questa “bestiaccia” di pasta lievitata! Un vero “monstre”…..







